La Guardia di Finanza di Siracusa ha eseguito oggi un provvedimento del G.I.P. del Tribunale aretuseo, richiesto dalla locale Procura della Repubblica, e ha arrestato un noto imprenditore locale, dominus di una impresa impegnata nelle attività di produzione di fusti metallici, localizzata a Melilli nella zona industriale, che nel tempo ha posto in essere una serie di condotte distrattive sul patrimonio della società, idonee ad integrare in capo allo stesso la ricorrenza di gravi reati tributari e fallimentari.
Le indagini coordinate dal Procuratore della Repubblica Aggiunto, Fabio Scavone, e dirette dal Sostituto Procuratore Vincenzo Nitti, sono state eseguite dai militari del Nucleo di polizia economico – finanziaria di Siracusa. In particolare, le Fiamme Gialle, al culmine delle complesse investigazioni, hanno acquisito elementi per consentire alla Procura della Repubblica di avanzare, al competente giudice, istanza di fallimento della società, individuando, al contempo, in capo al suo amministratore reati di bancarotta fraudolenta per distrazione e di causazione dolosa del fallimento, oltre al reato di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.
L’attività investigativa, avviata nel mese di gennaio 2018 in relazione allo sviluppo di una segnalazione di operazioni bancarie sospette, faceva emergere la ricorrenza in capo alla società di una fortissima esposizione debitoria caratterizzata da ingenti debiti erariali, quantificabili intorno ai 4,5 milioni di euro, oltre a debiti nei confronti di terzi di corrispondente valore. L’approfondimento delle investigazioni portava alla luce l’illecito agire del rappresentante legale della società, il quale poneva in essere, fraudolentemente, tutta una serie di operazioni societarie finalizzate a trasferire gli asset produttivi della società a favore di altre società, appositamente costituite e sempre nella sua disponibilità, lasciando in capo alla società cedente, ormai decotta, l’ingente massa debitoria.
In sostanza l’indagato, dopo l’avvio delle indagini della Guardia di Finanza, ha messo in atto tutta una serie di operazioni finalizzate a “svuotare” la società decotta dei suoi cespiti produttivi, continuando a gestire l’azienda attraverso altre società dallo stesso controllate.
In particolare, in un brevissimo lasso temporale, l’odierno arrestato, dopo la creazione di nuove società rappresentate da suoi prestanome, poneva in locazione il ramo produttivo dell’azienda ad una di esse ed altresì avviava alla liquidazione volontaria la società gravata di debiti per quasi 10 milioni di euro e altresì priva di asset produttivi idonei all’ottenimento dei ricavi, determinando un irreparabile stato di insolvenza, con grave pregiudizio delle ragioni dei creditori e dell’erario.
Ricorrendo il quadro fraudolento, in costanza dell’istanza di fallimento presentata dal Pubblico Ministero procedente, nel mese di ottobre u.s., su decreto di sequestro preventivo emesso in via d’urgenza dalla Procura della Repubblica di Siracusa, sono stati sottoposti a misura cautelare 14 fabbricati e 19 terreni del valore stimato pari a euro 4.280.000, ivi ricomprendendo il ramo di azienda in locazione dalla società decotta alla società in bonis di nuova costituzione, sequestrati – in via diretta e per equivalente – nei confronti dell’indagato e dei soggetti economici allo stesso riconducibili.
Nel medesimo contesto di illiceità individuato, a seguito delle ulteriori investigazioni condotte, il G.I.P. presso il Tribunale di Siracusa disponeva anche la misura cautelare personale degli arresti domiciliari nei confronti dell’indagato, eseguita in data odierna dai militari del Nucleo PEF di Siracusa.
Allo stato, nell’ambito del presente procedimento penale, oltre all’arrestato, risultano indagati altri tre soggetti, individuati quali prestanome dell’odierno arrestato e risultanti quali rappresentanti legali delle società attraverso cui è stato realizzato il disegno criminoso.
L’operato della Guardia di Finanza a contrasto delle condotte fraudolente poste in essere nell’esercizio dell’attività di impresa, con particolare riguardo a quelle distrattive di asset patrimoniali rilevate nell’ambito di procedure concorsuali, si pone a tutela della sana imprenditoria al fine di prevenire e reprimere ogni condotta illecita e di restituire quanto dovuto a tutti i creditori delle società fatte fallire illegalmente.