Giustizia. Processo schede elettorali scomparse Regionali 2012: Pippo Gennuso scagiona l’autista Cosimo Russo

Uno scontro tra Titani con l’agnello sacrificale. È la sintesi del duello in corso nel processo che si sta volgendo presso il Tribunale di Siracusa a carico dell’autista, Cosimo Russo, accusato di avere trafugato le schede elettorali nella consultazione per le regionali del 2012. Insiste l’atteggiamento del protagonista, nel passato prodigio e insuperbito dai doni celesti della politica e adesso incattivito. Gli dei traggono forza dalla debolezza degli uomini; e la logica che ci riporta alla regola gattopardi-ana: cambiare tutto per non cambiare, niente. Dinanzi al Giudice Monocratico del Tribunale di Siracusa, Salvatore Cavallaro si è svolta, l’udienza dibattimentale del processo a carico dell’autista del palazzo di giustizia di viale Santa Panagia, Cosimo Russo, sospettato e accusato di avere trafugato le schede elettorali delle Regionali che si sono svolte nel mese di ottobre del 2012.

L’agenda dei lavori riportava l’audizione del deputato regionale, Giuseppe Gennuso; ma il Giudice Cavallaro l’ha invitato a occupare il posto riservato ai testimoni; il pm Andrea Palmieri a questo punto ha chiesto che il parlamentare regionale, parte civile contro l’autista Russo, fosse assistito da un difensore di fiducia perché imputato di reato collegato per il suo coinvolgimento nell’inchiesta della corruzione dei giudici del Cga di Palermo. Il Giudice Cavallaro ha accolto la richiesta e l’onorevole Gennuso ha nominato come proprio difensore l’avvocato Corrado Di Stefano, che già lo difende nella causa contro l’autista Russo come parte offesa. Gennuso, ha detto di non conoscere Russo e di non aver mai conosciuto il tecnico addetto alla manutenzione del Palazzo di Giustizia su delega del Comune di Siracusa geometra Salvatore Mancarella. Gennuso ha riferito che dalla Prefettura di Siracusa era stato informato all’indomani dello spoglio di essere stato rieletto a Sala d’Ercole e che due giorni dopo apprendeva di essere stato estromesso dall’Ars perché superato nelle preferenze da Pippo Gianni; per questo presentava ricorso al Tar di Catania con il quale chiedeva un nuovo conteggio delle schede. Gennuso ha sostenuto la tesi che gli brogli, si sarebbero verificati nel comune di Melilli e al riguardo ha detto che l’onorevole Pippo Sorbello ebbe ad avvisarlo di avere saputo che contro di lui “Pippo Gianni, l’avvocato Piero Amara e il suo uomo di fiducia Alessandro Ferraro stavano preparando un complotto per fargli perdere il seggio all’Ars”. Dal Tar di Catania – Gennuso, ha precisato che il suo ricorso fu dichiarato inammissibile e allora “mi sono rivolto al Consiglio di Giustizia Amministrativa di Palermo”. Riguardo al complotto ai miei danni – ha asserito Gennuso – è venuto a trovarmi l’avvocato Peppe Calafiore che mi ha detto di non preoccuparmi dell’iniziativa intrapresa da Gianni, Amara e Ferraro perché lui aveva la soluzione ai miei problemi e mi ha chiesto, per prima cosa, di nominarlo mio difensore. Io non ho mai conosciuto il presidente del Cga di Palermo, ma ho saputo degli ottimi rapporti esistenti tra Amara e il giudice Mineo. Dei due, mi ha parlato Calafiore al quale ho pagato la parcella che mi ha chiesto per l’assistenza legale fornitami”.

Al pm Palmieri è stato chiesto di non porre domande sull’inchiesta della Procura di Roma, e a quel punto anche l’onorevole Gennuso, che voleva rivelare circostanze e fatti emersi dall’inchiesta romana per bollare come falsi pentiti gli avvocati Piero Amara e Giuseppe Calafiore, si è dovuto adeguare e ha detto che anzichè “io è stato mio figlio ad avere accertato che nei locali del Tribunale dove erano riposte le schede elettorali c’era un centimetro di acqua a causa della rottura di un tubo e che sempre mio figlio parlò con il geometra Salvatore Mancarella che lo accompagnò in quei locali allagati”.
Concluso l’esame da parte del Pubblico Ministero, Andrea Palmieri, il testimone-imputato di reato collegato è stato esaminato dal proprio difensore, avvocato Corrado Di Stefano e dal difensore dell’autista Russo, avvocato Antonio Lo Iacono. Gennuso, ha risposto ad alcune domande che gli sono state poste dal Giudice Monocratico Cavallaro, al quale ha detto che era stato estromesso dall’Assemblea regionale siciliana per poco più di 40 voti. Con le domande del giudice è terminato l’interrogatorio di Gennuso durato oltre tre ore.
La prossima udienza è stata fissata per il 3 luglio per esaminare e contro-esaminare i testimoni della lista del pm: il dottor Fortuna, funzionario della Prefettura che si occupò delle contestate elezioni dell’ottobre 2012 e il direttore di cancelleria del Tribunale, dottor Chinigò, che su incarico del presidente del Tribunale fece gli accertamenti sulle schede elettorali.

Concetto Alota

Autore dell'articolo: ma1tv

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